Self-hosting e Home Server
Pubblicato il 13 Luglio 2025
Negli ultimi anni, ho iniziato a prestare attenzione a tutte quelle piccole quote mensili che mi venivano scalate in automatico dal conto: 2,99 € per uno spazio cloud in più, 5,99 € per una piattaforma di streaming, 9,99 € per un tool online. Singolarmente sembrano cifre irrilevanti, quasi trascurabili. Ma sommate su base annuale, o peggio ancora, proiettate nel tempo diventano una spesa continua, potenzialmente enorme. Questo mi ha spinto a riflettere : Quanto ho speso per tutto questo? Pago un 'affitto' mensile, quindi non ho la proprietà?
Così ho cominciato ad avvicinarmi al mondo del self-hosting, ovvero la possibilità di installare e gestire in autonomia, a casa su un server autocostruito (sembra chissà cosa, ma è solamente un PC da 150€) tanti di quei servizi che usufruivo dall'esterno. È stato un cambiamento dettato sia da una questione economica che dal desiderio di maggior controllo sui miei dati e sulla proprietà. Non volevo più affidarmi ciecamente a piattaforme esterne, ai loro cambi di policy (che nessuno legge ma accettiamo), e possibilità di essere escluso perdendo tutto. È capitato ad alcune persone che gli venisse bloccato l'accesso al servizio xyz dove erano presenti i propri dati, foto o backup (esempio ^1, ^2, ^3).
Cosa serve per iniziare
Per iniziare a fare self-hosting non è necessario disporre di un’infrastruttura costosa. Molti utenti cominciano con un semplice Raspberry Pi^4 o con un mini PC a basso consumo. Chi cerca più potenza può orientarsi verso un PC con memoria dedicata a questo o uno ZimaCube^5 C'é molta personalizzazione diciamo, a seconda dell'utilizzo che se ne voglia fare. Io personalmente iniziai con un Raspberry per bloccare pubblicitá e cookie di tracciamento su tutti i dispositivi nella rete locale. Ora utilizzo un mini PC economico
A livello software, il sistema operativo più diffuso è Linux, nelle sue varianti leggere come Debian o Ubuntu Server. Per i meno esperti, esistono distribuzioni già pronte come CasaOS e ZimaOS, queste sono ottimo inizio per la loro semplicitá.
Servizi open source installabili
Il panorama delle app self-hosted è ricchissimo. Qui faccio un elenco ma ci saranno articoli dedicati man mano che scriverò sul blog. Nel mentre potete informarvi autonomamente se interessati
Sicurezza e Privacy
- Pi-hole: blocco pubblicità e tracker.
- WireGuard/OpenVPN: VPN personale.
- Bitwarden_rs/Vaultwarden: gestione password.
Media server
Se collezionate film o musica (acquistati), questi vi permettono di emulare il vostro Netflix o Spotify personale
- Jellyfin: streaming di film e musica.
- Navidrome: streaming musicale.
Produttività e Gestione Documenti
- Paperless-ngx: gestione/categorizzazione documenti digitalizzati.
- StirlingPDF: manipolazione file PDF.
- OnlyOffice: suite da ufficio integrabile con Nextcloud.
- Nextcloud: file, calendario, contatti.
Gestione aziendale
- ERPNext: ERP completi per contabilità, CRM, magazzino.
- Invoice Ninja / Firefly III: fatturazione e gestione finanze.
Intelligenza Artificiale
- Ollama: permette di avere una o piú AI in locale, ma necessitá di un hardware potente.
Quindi perché sì?
Il self-hosting è più che un hobby: è una forma concreta di indipendenza digitale. Permette di vedere sotto un'altra luce il mondo dei servizi digitali, di imparare competenze utili, e di riappropriarsi del controllo sui propri dati. Certo, non è una soluzione per tutti: richiede un minimo di tempo, attenzione e responsabilità. Tuttavia, con l’ecosistema open source di oggi e una comunità accogliente, è un'opportunità accessibile sia per uso personale che per chi gestisce una piccola realtà.